I nostri vigneti
La dimensione aziendale è di oltre 40 Ha di cui 25 ha vigneto per più della metà in proprietà e il resto in affitto a lungo termine; l’oliveto è ben rappresentato così come il bosco e i prati permanenti (vegri) ricchi di flora spontanea di grande interesse naturalistico.
Il centro aziendale con la cantina e i vigneti “storici” guarda dall’alto la valle di Faedo; oltre ai terreni in Ca’ LUSTRA, che circondano il centro aziendale, e alla tenuta di Arquà Petrarca con le sottozone “Sassonero” e “Girapoggio”, coltiviamo anche altri poderi: Belvedere, Sottovenda, Campagnola, Peraréto, Monte Cinto, Monte Brecale, Valnogaredo e Cengolina.
Le loro microaree dalle particolari caratteristiche pedologiche e di esposizione apportano quella diversificazione territoriale importantissima per una razionale collocazione delle diverse varietà che possono così esprimere appieno le loro caratteristiche.
Vigneto Girappoggio

Per i vitigni Cabernet (Sauvignon e Franc – che in realtà qui è il Carménère) abbiamo scelto le posizioni più esposte e più magre, al fine di raggiungere la massima concentrazione nelle uve.
Qui, nei ripidi pendii di Arquà Petrarca, attorno all’antica casa della poetessa Aganoor, per assecondare la naturale configurazione della collina, abbiamo piantato i vigneti a “Girapoggio”.
Forse per la sottile magia della parola poetica disciolta nel terreno, filtrata dalle nuvole di pioggia, sedimentata nel rosso della scaglia, il vino, lo stesso nel nome, si fa nuovo e più profondo a ogni incontro.
Vigneto Sassonero
Il “Sasso Nero” è una ripida collinetta calcarea sita in Arquà Petrarca. In realtà l’arida scaglia color rosso mattone di cui è composta si ossida al sole, quasi ne è bruciata, virando in un grigio scuro che la gente definisce “negro”.
È l’ambiente più caldo, mediterraneo, solare dei Colli Euganei, ed è qui che le vigne contendono la terra agli aridi incolti (vegri) di ginestre, ruta, scotano, orchidee.

Vigneto Passo Roverello

Nel corso dell’800 i nostri predecessori hanno gradatamente carpito al bosco terreno prezioso. Lo raccontano mappe settecentesche e lo ripropone il nome del luogo: Roverella è la tipica piccola Quercia Euganea.
In effetti il tempo e le radici hanno disgregato la roccia riolitica in sabbia, pietrisco e argilla in tracce.
Quel terreno magro è l’ideale per la crescita lenta di un’uva dal carattere forte quale è lo Chardonnay.
Vigneto Sottovenda
Pedevenda e Sottovenda sono i nomi delle due vie che attraversano il Monte Venda nella fascia meridionale. In epoca medievale la valle di Faedo era denominata “Pedevenda” in quanto poggiata alla falda meridionale del Monte Venda, il più alto e centrale tra i Colli Euganei.
Era anche, fin da allora, una fra le più pregiate aree per la coltivazione delle uve bianche, tra cui il “Verdise”, anche detto proprio “Pedevenda”. Il suolo profondo e variegato tra detriti lavici e marne euganee è tuttora il più adatto alle uve bianche. Qui coltiviamo il Manzoni Bianco arrivando fino a quota 400 mt s.l.m., dove per finezza e profondità degli aromi raggiungiamo la migliore qualità di questo vitigno “moderno” e di grande spessore. La scelta del nome Sottovenda è un omaggio al luogo che custodisce i nostri vigneti.

Vigneto Belvedere

Ci piace pensare, ed è per noi ricorrente in svariati siti Euganei, che le viti che vivono nei luoghi più belli e panoramici esprimano caratteri più veri in aroma e gusto. E’ stato quindi naturale scegliere il “Belvedere” per l’aromatico Marzemino.
Siamo convinti che, nutrendo quelle viti delle qualità dell’antico poggio di calcare rosso argilloso, dei verdi delle querce e dei castagni, dei timbri rossi e violacei dei fiori della valle, avremo un compagno dalla parola aperta e viva, un vino che dichiara tutta la sua simpatia.
Vigneto Olivetani
Qui a Faedo, sulle pendici del Venda, Tai Bianco, Garganega e Pinot Bianco hanno messo radici profonde tra quelle stesse pietre che, più in alto, da secoli mantengono autorevolmente presente l’eremo degli Olivetani.
La “Pria”, pietra lavica locale, scandisce il tempo di chiese e abitazioni della valle e arricchisce il terreno di quei sali minerali di cui si appropriano queste uve per dare vita agli inconfondibili aromi.

Valle Cengolina

La valle Cengolina, custode delle più antiche viti di Fior d’Arancio e di altri moscati, assume con queste presenze la morfologia più spettacolare della viticoltura Euganea.
Le “cengie”, strette terrazze ricavate dai contadini in secoli di duro e ininterrotto lavoro sulle ripide pendici dei monti che circondano la valle, consentono di coltivare tuttora preziosi vigneti dove i minerali e le particolari condizioni di luminosità consentono di ricavare vini dai sapori intensi e aromi unici.