
Autunno nei Colli Euganei: risotto ai funghi e Roverello

L’aria del mattino in questa stagione si fa più fresca, mentre il sole ci regala ancora un piacevole tepore nel corso della giornata. I lavori in cantina a seguito della vendemmia proseguono più distesi, lasciandoci un po’ di tempo per goderci qualche passeggiata rigenerante.
Camminiamo lungo i sentieri del Monte Venda, avvolti dal canto sommesso delle cornacchie in volo e dal profumo di muschio che si intreccia con il fragrante odore delle foglie umide. I raggi dorati filtrano tra i rami, disegnando chiaroscuri sulle rocce vulcaniche che affiorano dal sottobosco. Ogni passo rivela un piccolo universo di vita: un tappeto di foglie scricchiola sotto le nostre scarpe, le spore dei funghi danzano nella brezza, i ricci pungenti delle castagne appena raccolte si alternano alle pietre che affiorano dal terreno.
Nel silenzio quasi sacro di questa vallata, dove l’olfatto è inebriato dai profumi del bosco, si fa irresistibile il richiamo a un piatto tipicamente autunnale: il risotto con finferli, chiodini e porcini.
La cucina si anima e si diffonde un delizioso profumo. Il trito di aglio e scalogno sfrigola nell’olio extravergine di oliva, seguito dal crepitìo dei funghi appena tuffati in padella.
Ecco la ricetta che abbiamo seguito, passo dopo passo, per esaltare il gusto autunnale dei nostri boschi.
Ricetta: Risotto ai funghi dei Colli Euganei
Ingredienti per 4 persone:
- 320 g di riso Carnaroli
- 300 g di funghi misti (porcini, chiodini, finferli)
- 1 scalogno tritato finemente
- 1 spicchio d’aglio schiacciato
- 1 lt di brodo vegetale caldo
- 100 ml di vino bianco
- 50 g di burro
- 60 g di formaggio Taleggio o Robiola
- Olio extravergine d’oliva q.b.
- Sale e pepe nero macinato al momento
Preparazione:
- In una padella ampia, scaldare un filo d’olio con lo scalogno e l’aglio, lasciando dorare senza bruciare.
- Aggiungere i funghi puliti e tagliati, regolare di sale e pepe e cuocere a fuoco medio fino a quando rilasceranno la loro acqua.
- In un tegame a parte, tostare il riso a secco per un minuto, quindi sfumare con il Roverello, lasciando evaporare l’alcool.
- Proseguire la cottura versando il brodo un mestolo alla volta, mescolando con cura.
- A metà cottura unire i funghi e continuare ad aggiungere brodo fino a raggiungere la consistenza cremosa desiderata.
- Fuori dal fuoco, mantecare con burro freddo e formaggio.
Mentre assaggiamo il risotto ancora fumante, versiamo nei calici il nostro Bianco Roverello 2019, appena arrivato sui nostri scaffali con il cambio dell’annata. Abbiamo scelto questo vino come abbinamento prediletto: la grassezza della mantecatura, la lieve tendenza amarognola dei funghi e la sapidità complessiva del piatto, ci hanno fatto desiderare un vino che avesse un ottimo corpo, dotato di freschezza, ma soprattutto di morbidezza e avvolgenza, data la sua evoluzione in bottiglia. Le note di frutta a polpa gialla e agrumi canditi emergono con delicatezza, mentre un lieve accenno di mandorla fresca e balsamicità si sviluppano durante l’assaggio.
Il Bianco Roverello è per noi una sorta di garanzia: lo produciamo da molto tempo, fin dagli anni ’80. Abbiamo iniziato a coltivare lo Chardonnay per strizzare l’occhio ai grandi vini di Borgogna e della Côte d’Or, terroir che ci è sempre stato di riferimento per arrivare a ottenere un prodotto sinuoso, dotato di grande personalità e piacevolezza di beva. Cresce su terreni magri: qui la roccia riolitica, sotto la tenacia delle radici delle querce, si disgrega in sabbia, pietrisco e argilla. Se agli albori era quindi un vino nato come una sfida, ora fa parte della linea Selezioni Zanovello e ha una bellissima storia da raccontare.
Il calore della stufa avvolge la stanza, mentre il crepitio del fuoco accompagna i nostri brindisi. Ogni sorso e ogni assaggio si fondono in un’esperienza sensoriale che racconta la nostra terra, il passare delle stagioni, l’amore per questa valle e per la cucina semplice ma autentica. A fine serata restiamo seduti con il calice in mano, immersi nell’eco della legna ardente e nei riflessi dorati del vino. Questo abbinamento non è solo una ricetta: è un viaggio emozionale che speriamo di condividere con voi, amici di Ca’ Lustra.
Venite a trovarci: qui ogni calice racconta una storia.
