Roverello: storia di uno Chardonnay nei Colli Euganei
Prima di raccontare la storia del nostro Roverello e dello Chardonnay nei Colli Euganei, scopriamo insieme questo vitigno.
Lo Chardonnay è un vitigno internazionale, coltivato in tutto il mondo e apprezzato per la buona adattabilità al terroir in cui si trova. Originatosi da un incrocio spontaneo tra Pinot Nero e Gouais Blanc in Borgogna, è proprio in questa zona (Chablis) che nacquero i primi grandi vini bianchi prodotti con lo Chardonnay. Per la sua piacevolezza si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo, diventando il simbolo, oltre che di grandi bianchi fermi, anche degli spumanti metodo classico più conosciuti: Champagne, Franciacorta, Trentodoc.
Lo Chardonnay arriva nei Colli Euganei
Sui Colli Euganei comparve intorno agli anni ‘80, sull’onda delle mode vitivinicole dell’epoca che portarono all’espianto di varietà autoctone e rustiche a favore di uve più “eleganti” e apprezzate. Se un produttore desiderava fare un vino bianco importante, l’unica scelta ricadeva sullo Chardonnay e molto spesso anche lo stile di vinificazione era il medesimo adottato dai cugini francesi: fermentazione in botte di rovere con malolattica svolta, affinamento per almeno un anno con frequenti batonnage per dare maggiore morbidezza e sinuosità al sorso.
Nei Colli Euganei, inizialmente confuso con il Pinot Bianco, si distingue da quest’ultimo per la spiccata tendenza a lignificare tralci e picciolo e per la diversa conformazione del seno peziolare (attaccatura della foglia al picciolo: nello Chardonnay a “lira”, nel Pinot Bianco a “U”).
Trent’anni di storia per lo Chardonnay di Ca’ Lustra
Molti dei nostri vigneti di Chardonnay si sono avvicendati negli anni sui versanti del Monte Brecale e nella Valle di Faedo, cercando sempre suoli vulcanici freschi e non troppo assolati. Essendo una varietà precoce, lo Chardonnay negli ultimi anni soffre molto per il cambiamento climatico: il caldo e la siccità fanno accumulare zuccheri nell’acino (maturità tecnologica) ma i fenoli (buccia e vinaccioli) molto spesso non sono ancora maturi. Questa discrepanza di maturazione si traduce in vini alcolici ma dai profumi poveri e “verdi”.
Le nostre prime versioni di Chardonnay risalgono agli anni ‘90, ma il Roverello come lo conosciamo oggi muove i primi passi intorno al 2002. Da dove arriva il nome Roverello?
Proprio dalla strada che costeggia i vigneti sopra la cantina. Un tempo, in epoche lontane, la valle di Faedo era completamente ricoperta di boschi. La Roverella era la specie arborea più diffusa: una quercia resistente alla siccità ma anche ai climi più freddi, a lento accrescimento. Le sue radici, nel corso dei secoli, hanno rotto e disgregato la dura roccia madre composta da trachite e riolite generando un suolo fertile e adatto alle coltivazioni. Proprio su questi versanti sorsero i primi vigneti di Chardonnay dei Colli Euganei.
L’introduzione dello Chardonnay da parte di Franco Zanovello fu una sfida per cercare di emergere e far conoscere la nostra zona vitivinicola. Producendo un vino “internazionale”, con metodi di vinificazione e affinamento nello stile francese, avremmo potuto ottenere un riscontro da parte del pubblico in altre zone d’Italia, o addirittura all’estero.
Fu così che lo Chardonnay sui Colli Euganei iniziò ad essere vinificato in maniera del tutto diversa dagli altri bianchi, considerati più semplici, per sostenere l’immaginario del “vino importante”. Con il tempo abbiamo realizzato che questo stile poteva essere rivisto e applicato a quasi tutte le specie a bacca bianca. Negli anni perciò si è persa la convinzione che un vino bianco buono potesse derivare solo da uve Chardonnay: molte altre varietà si sono affermate in maniera egregia, soprattutto nei vigneti più elevati in quota.
Il nostro Roverello è stato per 30 anni uno Chardonnay in purezza: vendemmiato a maturità, fermentato in botticelle dapprima con lieviti selezionati, poi indigeni. Affinato per un anno con batonnage per riportare in sospensione le mannoproteine. Ecco come veniva presentato il nostro Colli Euganei DOC Chardonnay 1998: “Bianco generoso, con profumo che ricorda la mela golden, la crosta di pane fresco. Sapore invitante e intenso con ricordi di miele di acacia. Adatto a maturare in bottiglia per 2-3 anni evolvendo in un nobile e piacevole bouquet.”
Il Roverello oggi: un taglio più minerale al nostro Chardonnay
Oggi il Roverello ha mantenuto il proprio nome ma si è arricchito di nuove uve che ne migliorano le caratteristiche organolettiche. A partire dall’annata 2017 abbiamo introdotto piccole percentuali di Manzoni Bianco e Moscato a completare lo Chardonnay. La vinificazione rimane invariata ad eccezione della filtrazione: dal 2017 i nostri vini bianchi non vengono più filtrati, ma lasciati riposare e decantare a lungo in grandi vasche di cemento. Questo procedimento consente di ottenere vini puliti e limpidi, più sostanziosi e longevi.
Possiamo descriverlo come un vino bianco morbido e sinuoso, dai profumi intensi e dal sorso pulito e persistente. Accompagna con successo tartufo bianco, verdure gratinate, pasta all’uovo, piatti di pesce d’acqua dolce.
Continuiamo a studiare e sperimentare molto. Questo ci permette di comprendere il nostro territorio, le sue attitudini e le migliori espressioni, anche in luce dei cambiamenti climatici. Assecondiamo ogni giorno la natura per cercare di ottenere il frutto migliore e dare la nostra interpretazione in cantina.